giovedì 19 maggio 2016

RENZI “INIZIATO” ALLA LEVIATHAN, LOGGIA MASSONICA INTERNAZIONALE

Quando uscì il suo ultimo libro “Massoni -Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle “Ur Lodge”, nel Novembre del 2014, Gioele Magaldi, già maestro venerabile della loggia “Monte Sion di Roma” e oggi del Grande Oriente Democratico, durante un’intervista si era lasciato sfuggire che Matteo Renzi era un “wannabe” (come lo era Berlusconi), un fiancheggiatore della massoneria che ispirava ad entrarvi, “perché è impensabile che chi vuole diventare qualcuno non diventi un massone” (cit.) A quanto pare, all’inizio del 2015 durante un viaggio a New York, il Premier ha incontrato segretamente Richard Nathan Haas, un massone di alto livello del Leviathan Lodge a New York. In quell’occasione pare sia stato “iniziato” alla massoneria, con tanto di “battesimo”. La Loggia Leviathan fa parte delle 36 Ur-Lodge (logge internazionali) più potenti del mondo che pare raccolgano i più importanti imprenditori, banchieri, finanzieri e politici. Un altro aspetto inquietante è che Richard Nathan Haas è il presidente del Council on Foreign Relations, una delle organizzazioni di facciata del Nuovo Ordine Mondiale. Renzi stesso divenne un membro del CFR qualche mese dopo essere diventato primo ministro in Italia. Un’altra parte importante del “golpe” di Matteo Renzi e la massoneria è l’analisi della figura del padre, Tiziano Renzi. Secondo il giornalista indipendente Giovanni Florio, Tiziano Renzi è “il Gran-Maestro della Massoneria toscana”. Inoltre egli ha forti legami con altri massoni conosciuti di Firenze, come Denis Verdini e Gustavo Raffi. Durante gli anni ’90 Tiziano Renzi ha avuto un ruolo importante nella creazione di una società occulta chiamata Baldassini-Tognozzi fondata e finanziata da massoni importanti di Firenze. Tiziano ha avuto una grande influenza nella creazione della carriera politica molto rapida di suo figlio. In realtà, Matteo è diventato presidente della provincia di Firenze subito, a 28 anni, e una delle figure più popolari della sinistra italiana a 30 anni. E’ evidente che il personaggio di Renzi è stato creato e approvato da molti poteri occulti in Italia e la sua carriera stupefacente è più un prodotto dell’influenza massonica che una conseguenza di talento politico puro (anche perchè di talento ne vediamo poco). Da quanto dice Magaldi è in quelle “sedute”, in quegli incontri che si decidono le sorti del nostro pianeta. Dalle banche rotte ai colpi di stato, dai traffici illeciti alle guerre, dalle emigrazioni di massa agli omicidi più efferati. Agli incontri prenderebbero, e hanno preso negli anni, parte gli uomini più importanti della terra; da Obama a Putin, da Al Baghdadi a Bush, da Agnelli a Deng Xiaoping, da Napolitano a Chavez, dalla Merkel ad Amartya Sen, da Mandela a Draghi (questi affiliato a ben 5 Ur lodges), da Cuccia a Craxi, da Gorbaciov a Ciampi, da Rumsfeld a Bin Ladin, da Hollande alla Lagarde e potremmo andare avanti a lungo con un elenco di “pagine gialle del potere mondiale”. Magaldi non fornisce alcun documento a supporto delle sue affermazioni: dice di avere moltissimi documenti che pubblicherà negli ultimi due tomi della sua fatica libraria, e che, nel frattempo, si riserva di produrre quanto necessario in caso di querele. E, siccome gli archivi da cui proverrebbero questi documenti sono inaccessibili a chiunque non appartenga ai rispettivi sodalizi massonici, la stessa curatrice del volume, Laura Maragnani, avverte: “Per un profano… è impossibile verificare negli archivi delle logge i nomi di chi rispettivamente è stato iniziato… il lettore profano può solo credergli o non credergli”. Insomma, un atto di fede.

mercoledì 18 maggio 2016

Il "Flopsact" e lo "Story balling" di Renzi

Sarebbe comica se non fosse tragica. Ieri sono usciti i dati Istat e Inps, che ci hanno detto finalmente la verità sui numeri dell’occupazione. Tutti noi avevamo il sospetto che nello “Story balling” (tradotto, raccontare palle agli italiani) di Renzi ci fosse qualcosa che non tornava, e infatti c’è anche più di qualcosa. Renzi e Poletti ci dicono che gli assunti sono più di 400 mila. La Camusso e i sindacati che il numero è giusto, 400 mila, ma sono cessazioni, non posti di lavoro. Ieri l’Istat ha fatto chiarezza; le “nuove assunzioni” col nuovo contratto sono 429 mila. Che a fronte dei 2 milioni di posti di lavoro persi in 6 anni non sarebbero neanche male, sennonché c’è anche la seconda parte della storia, le cessazioni, che sono la bellezza di 377 mila. Al saldo ci restano in mano la miseria di 51 mila nuovi occupati. Appena il 2,5% dei posti persi. Più che Jobsact questo è un “Flopsact”. Soprattutto se pensiamo a quanto ci sono costati questi nuovi posti di lavoro; la cifra varia fra i 16 miliardi e i 18 miliardi di euro. Un’enormità. Un’ecatombe. Tutti soldi regalati ai grossi imprenditori, non certo ai piccoli. E infatti Squinzi e Confindustria vorrebbero Renzi Premier tutta la vita. Molti direbbero “meglio poco che niente”. A questi costi meglio niente.
PRESSIONI DI CONFINDUSTRIA PER TAPPARE LA BOCCA A GIANNINO In questi giorni si è scoperto che dietro la manovra ostativa verso Cauro(messa in piedi da Bazzoli, Della Valle e Bonomi) per l'acquisizione di RCS e il Corriere della Sera, ci sarebbro ambienti renziani di Confindustria. Lo ha detto, diagraziatamente per lui, Oscar Giannino a Radio24, nella rubrica "La versione di Oscar". Apriti cielo. A Confindustria, che della radio è l'azionista principale, sono saltati sulla sedia e vogliono tappare la bocca all'economista torinese. Dietro ci sono manovre sulla carta stampata. In due parole si vuole aprire un fronte d'appoggio al SI nel referendum d'Ottobre. In quest'ottica va vista anche l'operazione di sostituzione del Direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Il giornalista lascia il timone del quotidiano che guidava dal 2009, ed è probabile il ritorno di Vittorio Feltri. Dietro l'addio ci sarebbe proprio il mancato sostegno all'asse Renzi-Verdini e al referendum di Ottobre.