martedì 25 agosto 2009

La tessera del tifoso; mercificazione di una passione


NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO

(Gazzetta.it 26-05-2008) Presentata a Roma la Tessera del tifoso, che sarà sperimentata a partire dalla prossima stagione. I tesserati avranno canali privilegiati per l'acquisto dei biglietti e varchi preferenziali allo stadio. "Un passo avanti nella lotta alla violenza", dice il presidente dell'Osservatorio



Canali privilegiati per l'acquisto dei biglietti. Varchi preferenziali per entrare allo stadio. Agevolazioni da parte delle società. Dall'anno prossimo, i tifosi non saranno più tutti uguali: la Tessera del tifoso, presentata oggi a Roma, scava di fatto un solco fra gli amanti del calcio e i violenti.



BANCOMAT - La Tessera, che sarà sperimentata a partire dalla prossima stagione, è una carta magnetica simile a un bancomat, contenente nome e cognome del tifoso e, in via facoltativa, anche la foto (che diventerà obbligatoria a partire dal campionato 2009-2010). Per averla, il tifoso dovrà ottenere il via libera dalla Questura, "ma non si tratta di una schedatura - ha specificato Felice Ferlizzi, presidente dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive -. Piuttosto, una sorta di passaggio privilegiato per i tifosi che non hanno a che fare con la violenza".



SELEZIONE ALL'INGRESSO - "La Tessera è un ulteriore tassello che si inserisce nella profonda ristrutturazione del calcio italiano che stiamo portando avanti - ha aggiunto Ferlizzi -. Le società vogliono avere tifoserie sempre più selezionate e questo si sposa con le esigenze di sicurezza che sono il nostro primario obbiettivo”.



TIFOSO 2.0 - Il tesserato potrà godere di alcuni privilegi, come il posto fisso allo stadio e la possibilità di seguire la propria squadra in trasferta anche quando agli altri sostenitori è vietato. Ovviamente sarà identificabile, e nel caso rimanesse coinvolto in incidenti la Tessera verrebbe ritirata. Quando la sperimentazione entrerà a regime "potremo cominciare a parlare di tifoseria-clientela, e non di massa di persone che entrano in uno stadio", ha concluso il presidente dell'Osservatorio.



In sostanza ti dicono che se ti fai questa tessera hai dei vantaggi che in realtà non esistono. Come hanno fatto con la maggior parte delle regole imposte negli ultimi anni (biglietti nominali, tornelli, divieto dei mezzi di tifo etc) ti dicono che la tessera serve per eliminare la violenza quando invece ha esclusivamente valore economico. Non ti dicono che devi pagartela. Non ti dicono nemmeno che sostanzialmente non serve a niente se non a svuotare il portafoglio. Abbiamo gia i biglietti nominali, la carta d’identità e l’abbonamento ma..



Ti dicono che conterrà nome e cognome, più avanti la foto. Ad oggi esistono gia i biglietti nominali che per acquistarli, oltre al nome e cognome, devi fornire luogo e data di nascita e numero della carta d’identità. Per entrare allo stadio devi far vedere il biglietto accompagnato alla carta d’identità ed a partire dal 2010 su quest’ultime sarà obbligatorio inserire anche le impronte digitali.



Ti dicono che non è una schedatura, ma una sorta di passaggio privilegiato per i tifosi che non hanno a che fare con la violenza. Se non è una schedatura poco ci manca, ma tanto l’hanno già fatta con i biglietti nominali. Piuttosto si tratta di un grande disegno economico e pubblicitario per creare maggior giro di denaro. Chiamiamola come volete comunque sia i tifosi che hanno a che fare con la violenza possono essere identificati e/o possono continuare a fare violenza indipendentemente dalla tessera. D’altronde anche con i biglietti nominali ci si attendeva che certa gente stesse fuori dalle curve, ma il fenomeno violenza da anni si è spostato al di fuori degli stadi.



Ti dicono che le società vogliono avere tifoserie sempre più selezionate. Giustamente se si toglie la voce critica del popolo, come hanno fatto, censurandolo e lo si assoggetta a cliente del prodotto calcio; ci saranno meno problemi e solo introiti e tutto andrà, apparentemente, sempre bene.



Ti dicono che il tesserato potrà godere di alcuni privilegi, come il posto fisso allo stadio e la possibilità di seguire la propria squadra in trasferta anche quando agli altri sostenitori è vietato. Il posto fisso allo stadio c’è già mentre si andrà a penalizzare sempre più le piccole tifoserie e tutte quelle tifoserie “virtuose” che si sono sempre contraddistinte prima e dopo le nuove normative. Ci saranno sempre più disparità tra tifoserie di città con questure che applicano le leggi alla lettera e città in cui sono più.. “permissive”.

Tessera del tifoso, che caos. Certamente ci sarà chi dirà addio allo stadio.

Il ministro degli interni, Roberto Maroni è stato chiaro: dalla prossima stagione la tessera del tifoso "sarà obbligatoria" per mettere piede in uno stadio. Ma ci sono ancora grossi problemi: i club (tranne Milan e Inter) si muovono con estrema lentezza e i tifosi, moltissimi tifosi, hanno già fatto sapere che non ne vogliono sapere. Temono un'altra misura di polizia, di essere ancora più schedati dalle questure. E' così? Di sicuro ci sono grosse difficoltà nell'attuazione, e ancora carenze di legge. Norme che si prestano a troppe interpretrazioni, e dovrebbero essere chiarite. L'"avvocato degli ultrà", così è stato battezzato ormai da tempo, si chiama Lorenzo Contucci. Lavora a Roma e conosce bene, avendolo frequentato, il mondo delle curve: difende laziali, romanisti, napoletani, ha difeso anni fa anche i livornesi. Ecco il suo parere sulla tessera del tifoso: "I tifosi non la vogliono e in effetti la legge è troppo generica: non si consente a chi ha già pagato la propria colpa, a chi ha scontato la pena, di poter andare alla stadio. Perché?". Il Milan era stato il primo a fornire ai suoi tifosi (quasi 80.000) la tessera: frettolosamente in un primo tempo (tanto che erano state consegnate le tessere "cuore rossonero" ad una ventina di tifosi che il Daspo lo avevano addirittura in corso, e questo, sinceramente, ci sembra assurdo). Ma ora il Milan ha inviato una comunicazione, una "raccomandata a-r", ai suoi tifosi sostenendo che la tessera cuore rossonero non vale più per chi ha scontato una diffida in passato. E ora che deve fare? Restituire la tessera, rinunciare alle partite in casa come in trasferta. Chi ha avuto il Daspo non potrà quindi avere la tessera del tifoso, anche se ha scontato la diffida, e magari è stato successivamente assolto nel processo. Proprio così. L'articolo 9 delle legge Amato n. 41/2007 spiega infatti che non si possono vendere "titolo di accesso" (biglietti, abbonamenti, quindi) a soggetti "che siano stati destinatari di provvedimenti di cui all'articolo 6 delle legge dicembre 1989, n.401, ovvero a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive".

In base a questa legge insomma, migliaia di tifosi rischiano dalla prossima stagione di non poter mai più mettere piede in uno stadio. In pratica, i tifosi sostengono che si tratta di una "diffida a vita". La materia è molto controversa: sul sito dell'Osservatorio si parla peraltro di "Daspo in corso e condanne per reati da stadio negli ultimi cinque anni". C'è grande sconcerto, insomma. Ma che fanno le società di calcio? Stanno zitte: se ne fregano dei loro tifosi-clienti. E la Figc e la Lega Calcio? Perché non chiedono un chiarimento, un incontro al ministro Roberto Maroni e al capo della polizia Antonio Manganelli? Che succederà la prossima stagione? Le cose negli stadi sono migliorate, è vero perché ora c'è meno violenza, meno razzismo: è finita (speriamo) l'emergenza ma non bisogna scoraggiare la gente per bene (vedi Spy Calcio dell'8 marzo). Andare a vedere una partita rischia di diventare un calvario. In qualche caso già lo è diventato. I club dovrebbero stare dalla parte dei loro tifosi. Dovrebbero, appunto. E non pensare solo a spremerli come limoni...

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La Tessera del tifoso non sia strumento di Repressione

Si è sentito molto parlare di "tessera del tifoso", soprattutto da parte del Ministro Maroni, che ne ha imposto l'adozione alle società di calcio.
Con la presente si intende chiarire per quali ragioni la quasi totalità delle tifoserie italiane ne contestano l'introduzione.
Il primo concetto da evidenziare è che nessuno è contro la "tessera del tifoso", ma tutti sono contro i criteri in base ai quali la stessa viene rilasciata.

Il nodo è rappresentato unicamente dall'art. 9 della legge 4 aprile 2007 n. 41, che disciplina il rilascio dei titoli di accesso (e quindi anche della tessera del tifoso) da parte delle società.

Questo articolo dice esattamente questo:

Art. 9.
Nuove prescrizioni per le società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio

1. E' fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio, responsabili della emissione, distribuzione, vendita e cessione dei titoli di accesso, di cui al decreto ministeriale 6 giugno 2005 del Ministro dell'interno, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 150 del 30 giugno 2005, di emettere, vendere o distribuire titoli di accesso a soggetti che siano stati destinatari di provvedimenti di cui all'articolo 6 della legge 13 dicembre 1989, n. 401, ovvero a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive.


L'intento di arginare la violenza negli stadi è lodevole, ma la formulazione letterale dell'articolo è infelice:

1) chiunque abbia avuto, anche in passato, un daspo, non potrà avere la tessera.
Questo significa che se nel 1991 un tifoso ha avuto un daspo di un anno, e lo ha scontato, non potrà mai più andare allo stadio. Anche se nel frattempo è diventato una persona matura, se non è recidivo e via dicendo. Addirittura, anche se è stato assolto nel procedimento penale che ha dato origine al daspo!

2) chiunque ha avuto una condanna, anche solo in primo grado, per reati "da stadio", non potrà avere la tessera del tifoso.
Questo significa che se nel 1989 - venti anni - fa - un soggetto ha commesso un reato da stadio e per quello è stato condannato non potrà avere la tessera del tifoso.
L'assurdità è che un delinquente comune può essere riabilitato dopo tre anni, un tifoso di calcio mai!

L'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, per voce del Dott. Massucci, si è affrettato a chiarire che:
a) in ordine ai daspo, la tessera non verrà rilasciata a chi ha un daspo in corso;
b) in ordine alle condanne, non verrà rilasciata a chi ha avuto una condanna, anche di primo grado, negli ultimi 5 anni [1].

Ora, la precisazione dell'O.N.M.S. non tranquillizza nessuno: l'Osservatorio deve seguire la legge e non può crearne di proprie, né tantomeno può interpretare ciò che è chiarissimo e cioè l'art. 9 della L. 41/07.

Per questa ragione, visto che l'Osservatorio ritiene di interpretare una legge (malfatta e varata d'urgenza come spesso accade in Italia) secondo propri personalissimi criteri che creeranno inevitabili disparità da città a città, quel che si chiede è solamente la modifica dell'art. 9 sopra citato nel senso che segue:

a) la tessera del tifoso non potrà essere rilasciata a chi ha un daspo in corso [2] (mentre l'art. 9 prevede che non la possa avere anche chi ha avuto un daspo);
b) la tessera del tifoso non potrà essere rilasciata a chi ha avuto una condanna, anche non definitiva, negli ultimi 5 anni, purché per lo stesso fatto non abbia già scontato il daspo.

La soluzione sembra essere ragionevole e, soprattutto, giusta.
Per questa ragione, nel ribadire che, una volta operata questa modifica, non vi saranno motivi particolari per contestare la "tessera del tifoso", invitiamo la società di calcio che sosteniamo con tanta passione a non adottare la "tessera del tifoso" fino a quando l'art. 9 della Legge 41/07 non verrà modificato nel senso sopra indicato.


NOTE
1 Questo esempio chiarire, comunque, l'assurdità di tale interpretazione: un soggetto riceve un daspo di due anni dalla Questura per aver acceso un fumogeno.
Per due anni il tifoso non va allo stadio.
Il processo, però, termina a distanza di 5 anni.
Quindi il tifoso:
a) per due anni non va allo stadio (visto che la questura diffida sulla base di una denuncia);
b) poi potrà andarci tranquillamente per 3 anni (in base all'interpretazione dell'O.N.M.S., altrimenti - per l'art. 9 - da subito non potrà avere la tessera del tifoso);
c) dopo che riceverà la condanna - PER LA STESSA COSA PER LA QUALE GIA' HA SCONTATO IL DASPO - non potrà avere la tessera del tifoso - pur credendo all'interpretazione dell'O.N.M.S. - per altri 5 anni.

2 E quindi esattamente nel senso indicato dall'O.N.M.S., però modificando la legge.